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DISOCCUPAZIONE STABILE, MA È SENZA LAVORO IL 40% DEI GIOVANI

Disoccupazione stabile, ma torna a salire la disoccupazione giovanile. Lo dice l'Istat, precisando che l'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,9%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a novembre. Il tasso di occupazione dei 15-24enni rimane stabile, mentre quello d’inattività  cala di 0,1 punti.

I numeri. A dicembre ci sono 242mila occupati in più del dicembre 2015 (più 1,1%), mentre sono rimasti di fatto invariati su novembre. Su questo numero positivo influiscono da una parte i 266mila lavoratori dipendenti in più censiti dall'Istituto di statistica, mentre gli autonomi sono scesi di 24mila unità. Viene confermato peraltro il rallentamento degli effetti benefici degli sgravi contributivi. A tirare la crescita dei dipendenti è infatti il tempo determinato, con 155mila occupati in più contro i 111mila a tempo indeterminato. La stima dei disoccupati è in aumento su base mensile (più 0,3%, pari a più 9mila unità). La crescita è attribuibile alla componente femminile, a fronte di un calo per quella maschile e si distribuisce tra le diverse classi di età a eccezione dei 25-34enni. 

Bene gli anziani. A conferma degli ultimi trend censiti, emerge che l'aumento dell'occupazione riguarda soprattutto gli over 50. Nelle classi tra i 15 e i 49 anni, infatti, complessivamente il numero degli occupati si è ridotto di 168mila unità nel 2016 (meno 149mila solo nella classe tra 39 e 49 anni) mentre tra gli ultracinquantenni gli occupati sono aumentati di 410mila unità. L’Istat spiega che "sul calo degli occupati di 15-49 anni (meno 168 mila unità) influisce in modo decisivo la diminuzione della popolazione in questa classe di età". Di fatto, è colpa anche dell'invecchiamento della popolazione. "Al netto della dinamica demografica, la performance occupazionale risulta positiva (più 76 mila unità), con un aumento del tasso di occupazione. Tra i 50-64enni, al contrario, la crescita demografica contribuisce ad accentuare la crescita dell’occupazione, determinata dalla sempre più ampia partecipazione al lavoro". Naturalmente l’aumento degli anziani è dovuto anche all’inasprimento dei requisiti pensionistici introdotti dalla riforma Fornero.

Poveri giovani. Dopo l'ultimo segnale di crescita della disoccupazione registrato a novembre, l'Istat indica ancora cifre abbastanza preoccupanti per gli under 25. A dicembre il tasso di senza lavoro tra i giovani, ovvero la quota di disoccupati sul totale di quelli attivi, è cresciuto di 0,2 punti al 40,1%. Se si considera che la maggior parte dei ragazzi di quell'età sta studiando, l'incidenza dei giovani disoccupati sul totale di quella popolazione è, come detto,  del 10,9% (più di un ragazzo su dieci è a casa). Guardando il dettaglio delle altre fasce d'età, si scopre che la disoccupazione cala tra i 25-34enni (meno 0,9 punti), mentre aumenta nelle classi 35-49 anni (più 0,1 punti) e 50-64 anni (più 0,4 punti).
Zona euro. Mentre l'Italia incassa dati in chiaroscuro, ed è il solo grande paese in peggioramento annuo, a dicembre il tasso di disoccupazione nella zona euro è risultato in calo al 9,6% dal 9,7% di novembre e dal 10,5% di dicembre 2015: è il tasso più basso dal maggio 2009. Nella Ue il tasso di disoccupazione era a 8,2%, stabile rispetto a novembre e in calo rispetto al 9% un anno prima. Per la Ue si tratta della percentuale più bassa da febbraio 2009. Il record spetta alla Germania, dove il tasso di disoccupazione ha mostrato nuove riduzioni, è al 5,9% a gennaio. Secondo i dati corretti dagli effetti della stagionalità, forniti dall'Agenzia federale sul lavoro tedesca, il tasso di disoccupazione ha mostrato un nuovo minimo storico dai tempi della riunificazione del Paese, con 26mila disoccupati in meno in un mese.

www.istat.it