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DIMINUISCONO LE PENSIONI LIQUIDATE, AUMENTA L’ETÀ MEDIA

Calano del 22% le pensioni liquidate nel 2016 dall’Inps (nella foto il presidente Tito Boeri): i nuovi assegni sono 443.477, contro i 570.002 dell'anno scorso. Ciò per via  dell'aumento dell'aspettativa di vita in generale e dell'età pensionabile delle donne, arrivata a 65,7 anni. I dati (aggiornati al 2 gennaio) sono contenuti nell'Osservatorio sul monitoraggio dei flussi di pensionamento: a scendere sono in particolare le pensioni di anzianità, passate da 157.522 a 112.529.

L’effetto demografico. Con riferimento al Fondo lavoratori dipendenti e alle tre gestioni degli autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti), la contrazione del numero di liquidazioni registrata nel primo semestre 2016 rispetto agli analoghi valori dell'anno precedente, si attenua nel secondo semestre dell'anno. Per il 2016, infatti, sia i requisiti di età per la vecchiaia, sia quelli di anzianità per la pensione anticipata, sono aumentati di 4 mesi per effetto dell’incremento della speranza di vita registrato dall’Istat. E, quindi, solo a partire dal mese di giugno si iniziano a liquidare le pensioni di vecchiaia (agli uomini) e anticipate (a entrambi i generi) relative ai soggetti che perfezionano il nuovo requisito richiesto nell'anno 2016.

Inoltre, aggiunge il documento Inps, va tenuto presente che per le donne la riforma Fornero ha previsto un incremento dell'età di vecchiaia di ulteriori 18 mesi per le lavoratrici dipendenti e di un anno per le autonome. Per cui, i pensionamenti di vecchiaia registrati nel corso del 2016 si riferiscono sostanzialmente alle lavoratrici che avevano perfezionato il vecchio requisito a dicembre 2015 e che si sono pensionate a partire da gennaio 2016. Analogamente alle pensioni di vecchiaia e anzianità, per via dell'incremento demografico di 4 mesi, anche le liquidazioni di assegni sociali si sbloccano a partire da giugno. Il numero dei nuovi assegni nel secondo semestre 2016 infatti risulta allineato all'analogo valore riferito all'anno precedente.

Assegni più poveri. La tendenza al calo riguarda anche gli importi dei trattamenti. Le pensioni sino a 500 euro (al di sotto del minimo) nel 2015 sono state 51.217; numero che scende a 38.892 nel 2016. Gli assegni sino a mille euro erano 125.303 nel 201,5 e sono passati a 101.397 nel 2016. Cala anche il numero dei pensionati fortunati, le famigerate “pensioni d’oro”, quelle da oltre 3mila euro e più: erano 19.034 nel 2015, e sono 15.166 nel 2016. Tuttavia, rimane stabile l'importo medio dell'assegno, che si attesta a 987 euro.

Un discorso a parte meritano infine le pensioni dei cosiddetti “parasubordinati” (collaboratori e free-lance). I trattamenti erogati sono stati 28.072, in calo rispetto ai 35.230 del 2015.L'assegno medio mensile liquidato nel 2016 è stato di 192 euro al mese; nel 2015 erano in media 164. L'età media alla decorrenza è stata di 68,3 anni, in aumento rispetto ai 67,6 del 2015. In proposito va ricordato che questi trattamenti sono basati esclusivamente sul sistema contributivo e su contribuzione versata dal 1996 in poi. Nel 2016 è scattato l'aumento di 4 mesi per l'uscita, legato alla crescita dell'aspettativa di vita.

www.inps.it