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IN CRESCITA GLI IMPRENDITORI SOTTO I TRENT’ANNI

Sono 175mila i ragazzi fra i 15 e i 29 anni che sfidano la crisi avviando una propria attività.  Grazie all’autoimprenditorialità, aprono attività in diversi settori, da quelli più tecnologici ai più tradizionali. E’ quanto emerge da uno studio elaborato da Censis (nella foto il presidente Giuseppe De Rita) e Confcooperative, secondo cui i giovani imprenditori sono localizzati per circa il 40% al Nord, il 20% al Centro e un altro 40% al Sud.  I giovani con un’età compresa tra 15 e 29 anni che lavorano sono 2 milioni e 630 mila, l'11,7% degli occupati complessivi, e incidono sui redditi da lavoro per il 7,3%. Un valore pari a 46,5 miliardi di euro, il 2,8% del Pil (Prodotto interno lordo, ossia la ricchezza del Paese). Con differenze tra lavoro dipendente e autonomo: incidono per l'8% dei redditi della prima categoria e per il 5,3% per quelli dei redditi da lavoro autonomo.

I Neet (Not in education, employment or training), i giovani nella fascia d'età 15-29 anni che non studiano e non lavorano, sono 2 milioni e 349mila. L'aumento rispetto al 2007, quando erano 1 milione e 788mila, è stato rilevante: +31,4%. Il loro mancato inserimento nel mercato del lavoro, si traduce per l'Italia in una perdita di produttività di circa 21 miliardi di euro, pari all'1,3% del Pil.

Quelli che ce la fanno. Fortunatamente i giovani italiani non sono tutti Neet: ci sono anche quelli che ce la fanno e vincono la crisi con servizi avanzati e Web.  Come accennato, i giovani titolari sono 175mila, di cui il 24,7% presente nel Nord-Ovest, il 15,7% nel Nord-Est, il 18,5% nelle regioni centrali, mentre nel Mezzogiorno la quota raggiunge il 41,1%. È vero che tra il 2009 e il 2016, a fronte di una riduzione complessiva del 6,8% dei titolari d'impresa in Italia, la componente più giovane degli imprenditori, con una età fino a 29 anni, ha subito un calo del 19,1%, con la perdita di oltre 41mila giovani aziende. Ma vi sono settori in crescita, in cui le imprese guidate dai giovani mostrano viceversa un saldo positivo. Cresce del 53,4% il numero dei giovani titolari d'impresa nei servizi d'informazione e altri servizi informatici, del 51,5% in quelli per edifici e paesaggio, del 25,3% nella ristorazione. Nelle attività legate alla gestione di alloggi per vacanze e altre strutture per soggiorni brevi l'incremento è del 55,6%. Raddoppiano, inoltre, i giovani imprenditori nelle attività di supporto per le funzioni d'ufficio e i servizi alle imprese (+113,3%).

Lo studio ripaga.  Investire in istruzione conviene: oggi il 43,5% di chi si è diplomato nel 2011 lavora e, fatto cento il totale di chi lavora, il 25,3% è occupato con un contratto a tempo indeterminato e il 33,8% con uno a termine. L'11,5% ha scelto la strada del lavoro autonomo, mentre l'8,7% ha dichiarato di lavorare senza contratto. In termini economici, sono i dipendenti a tempo indeterminato a ottenere il livello retributivo più elevato, con un importo pari a mille e cento euro al mese. Chi lavora come autonomo guadagna in media 811 euro, cioè meno del valore medio riconducibile a tutti i diplomati occupati (850 euro).

Nel 2015, a distanza di quattro anni dall’ottenimento del titolo accademico, il 72,8% dei laureati di primo livello ha dichiarato di lavorare, contro il 19,7% che è in cerca di lavoro. I laureati magistrali hanno una migliore condizione occupazionale: ha dichiarato di lavorare l'83,1% del totale. La quota di chi è in cerca di lavoro è pari al 13,1%: quella di dirigenti, imprenditori e professionisti raggiunge il 59,2% per i laureati di secondo  livello, mentre si ferma al 23,9% per chi è in possesso di una laurea triennale. La distanza fra i due gruppi si può misurare anche in base alla differenza di reddito guadagnato, pari in media a 117 euro a favore dei laureati di secondo livello. Questi ultimi ottengono in media mille e 400 euro di reddito netto mensile, ma con una forbice non indifferente tra uomini e donne (rispettivamente, 1.575 euro e 1.300 euro).

Parole chiave

Eet (“Employed-educated and trained”). Termine che identifica i giovani titolari d'impresa che sfruttano le competenze acquisite e guardano all'attività imprenditoriale.

Neet (Not in education, employment or training, non studente, né occupato, né in formazione). Identifica i giovani nella fascia d'età 15-29 anni che non studiano e non lavorano. 

www.censis.it

www.confcooperative.it