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CONGEDI DI PATERNITÀ, L'EUROPA RADDOPPIA

Un congedo di paternità più lungo per i cittadini europei. Il padre, o il secondo genitore equivalente (se riconosciuto dalla legislazione nazionale), avrà diritto ad almeno dieci giorni lavorativi di congedo retribuito nei giorni vicini alla nascita. Questo congedo dovrà essere pagato a un livello non inferiore all'indennità di malattia.

Si tratta della principale novità introdotta dalla Direttiva sulle nuove misure per facilitare la conciliazione tra lavoro e vita di famiglia, approvata il 4 aprile dal Parlamento europeo, che regolamenta anche congedi parentali e di assistenza. La parola passa ora ai singoli Stati, che dovranno provvedere ad adeguarsi con una legge nazionale.

Paternità italiana. Attualmente in Italia la durata del congedo obbligatorio per il padre è di cinque giorni, più un giorno facoltativo previo accordo con la madre e in sua sostituzione. Gli eurodeputati hanno aggiunto due mesi di congedo parentale non trasferibile e retribuito. Questo congedo sarà un diritto individuale, in modo da creare le condizioni adeguate affinché si realizzi una distribuzione più equilibrata delle responsabilità familiari.

Tre anni per adeguarsi. Gli Stati membri, che hanno tre anni di tempo per recepire la direttiva nei propri ordinamenti, si legge in una nota, "fisseranno un livello adeguato di retribuzione, o indennità, per il periodo minimo non trasferibile di congedo parentale, tenendo conto del fatto che questo spesso comporta una perdita di reddito per la famiglia e che invece anche il familiare più retribuito (solitamente un uomo) dovrebbe potersi avvalere di tale diritto”.

La nota che accompagna la direttiva avverte che gli Stati dovranno offrire cinque giorni all'anno di congedo ai lavoratori che prestano assistenza personale a un parente o a una persona che vive nella stessa famiglia a causa di un grave motivo medico o d’infermità connesse all'età. I genitori e i prestatori di assistenza che lavorano potranno richiedere modalità di lavoro adattabili, ove possibile, ricorrendo al lavoro a distanza o a orari flessibili per poter svolgere le loro mansioni. Nell'esaminare tali richieste, i datori di lavoro potranno tener conto non solo delle proprie risorse, ma anche delle esigenze specifiche di un genitore di figli con disabilità, o una malattia di lunga durata, e dei genitori soli".

 

http://www.europarl.europa.eu/portal/it

 

Leonardo Comegna