CLOSE

This website uses cookies. By closing this banner or browsing the website, you agree to our use of cookies. CLOSE

VIA LIBERA AI BUONI PASTO IN MERCATINI E AGRITURISMI

Dal prossimo 9 settembre si potrà fare la spesa con i buoni pasto nei mercatini e negli spacci aziendali, ma anche negli agriturismi, spendendo fino a otto ticket in una volta sola. Sono queste le principali novità di un decreto del ministero dello Sviluppo economico. Si tratta del servizio sostitutivo della mensa, riconosciuto ai propri dipendenti dai datori di lavoro che non hanno la possibilità di erogare direttamente i pasti presso la propria sede (privi cioè di una propria mensa aziendale). Nati in Gran Bretagna nel 1954, in Italia i buoni pasto arrivano a metà degli anni ’70. Oggi, i ristoratori convenzionati sono oltre 100mila e il servizio è utilizzato da circa il 40% dei lavoratori che pranzano fuori casa.

 

Le novità

Le novità partono dalla definizione esatta degli esercizi presso i quali può essere erogato il servizio sostitutivo della mensa (se i titolari lo richiedono). Si tratta di quelli abilitati alla somministrazione di alimenti e bevande, come bar e ristoranti, take away, negozi di alimentari oppure degli stessi supermercati, solo però per la vendita di prodotti alimentari. Gli esercizi possono essere "sia in sede fissa che su area pubblica", e ciò include banchi di mercato e venditori ambulanti. Ci sono poi le rivendite presso la sede di produzione o quelle comunque gestite dai contadini che propongono i propri prodotti (farmer’s market). Vengono poi nominati esplicitamente gli agriturismi e gli ittiturismi (strutture situate in prossimità di fiumi, laghi e mare, che forniscono pasti a base di pesce). Rientrano, infine, anche le rivendite presso i luoghi di produzione industriale degli alimenti (gli spacci interni delle aziende che producono alimentari).


Il ticket non è contante

Il buono è riconosciuto ai dipendenti ed ai collaboratori, anche qualora l'orario di lavoro non preveda una pausa per il pasto. Ma non è cedibile, né può essere convertito in denaro contante. E fino alla somma di 7 euro i ticket sono esenti da Irpef e quindi rappresentano un'erogazione netta al dipendente (fringe benefit). L'importo effettivo varia: dipende dagli accordi aziendali raggiunti tra datore di lavoro e sindacati. La possibilità di questo utilizzo allargato dei ticket era stata un po' messa in discussione dalla diffusione di quelli elettronici: siccome questi ultimi sono tracciabili, alcuni dipendenti temevano che venisse contestato l'utilizzo simultaneo per fare la spesa, magari nel fine settimana. Ora il decreto precisa che questo si può fare, appunto, ma con il limite di otto.      

www.sviluppoeconomico.gov.it