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APE VOLONTARIO, ENTRO IL 18 APRILE LE PRIME RICHIESTE ALL’INPS

Chi ha maturato i prescritti requisiti per accedere all’Ape volontario tra il primo maggio e il 18 ottobre 2017 deve presentare la richiesta entro il prossimo 18 aprile. Solo così potrà  ottenere la corresponsione di tutti i ratei arretrati che sono maturati dalla data di decorrenza dell’Ape.  Non è altro che una delle precisazioni contenute nella corposa nota (Circolare n.28/21018) con cui l’Inps fornisce le indicazioni operative per fruire del prestito bancario che aiuta economicamente il lavoratore sino al raggiungimento della pensione di vecchiaia (si veda lo speciale, www.iomiassicuro.it/speciali/speciale-ape-volontario).

Minimo 20 anni. Per accedere all’Ape volontario, lo ricordiamo, al momento della richiesta è necessario avere i seguenti requisiti

1) almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi; 

2) maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi; 

3) importo della (futura) pensione mensile almeno pari a 1,4 volte il trattamento minimo Inps (710 euro mensili circa, compresa la rata di ammortamento).

A proposito dei 20 anni di contributi, l’Inps ha precisato che:

1)  si tiene conto di tutta la contribuzione a qualsiasi titolo versata;

2) non si tiene conto delle maggiorazioni e/o rivalutazioni dei periodi assicurativi riconosciuti dalla legge, come il “bonus”  invalidi (maggiorazione di 2 anni per ogni anno lavorato) e il beneficio dei lavoratori esposti all’amianto;

 3) non trovano applicazione le disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi italiani con quelli esteri maturati (in Paesi Ue  o extracomunitari convenzionati con l’Italia)

3) i periodi contributivi oggetto di ricongiunzione sono utili solo a condizione che alla data di presentazione della domanda di Ape, sia stato perfezionato il pagamento integrale dell'importo dovuto.

Un prestito, non una pensione. Dal 13 febbraio l’Inps ha messo  a disposizione  un  simulatore on line per il calcolo dell’Ape, che consentirà di operare una ponderata valutazione della scelta da parte dei lavoratori interessati. Lo stesso ente di previdenza sottolinea che non si tratta di una pensione anticipata, bensì di  è un vero e proprio prestito, erogato da una banca in quote mensili per 12 mensilità, garantito dalla futura pensione di vecchiaia che il beneficiario otterrà alla maturazione dei requisiti richiesti. In sostanza, le somme anticipate saranno restituite in 260 rate che saranno trattenute dall’Inps al momento del pagamento della pensione. La restituzione inizierà dal primo accredito della pensione di vecchiaia e ci concluderà dopo 20 anni.

Il prestito durerà da un minimo di 6 a un massimo di 43 mesi e l'importo che si potrà richiedere oscillerà tra un minimo di 150 euro mensili e un massimo compreso tra il 75 e il 90% della pensione netta maturata al momento della richiesta di Ape, a seconda dei mesi di anticipo richiesto.  Più precisamente, l’importo massimo è così articolato:

1) se l’anticipo è superiore a 3 anni si potrà chiedere fino al 75% della pensione;

2) se è compreso tra 24 e 36 mesi, l’80%;

3) tra 12 e 24 mesi,  l’85%

4) se meno di 12 mesi si arriva al 90%.

La richiesta. Per ottenere l’Ape, il lavoratore deve chiedere innanzitutto all’Inps la certificazione del diritto alla pensione. L’ente di previdenza (entro 60 giorni), verifica i requisiti e comunica al richiedente  la  data  di maturazione dei requisiti anagrafici e l’importo minimo e massimo del prestito ottenibile. Il soggetto interessato, a quel punto, presenta all’Inps la domanda di pensione di vecchiaia e stipula il contratto di prestito con la banca prescelta

Quanto costa. Per i primi due mesi i tassi d’interesse saranno del 2,838% in fase di erogazione e del 2,938% sul periodo di ammortamento. Oltre ai tassi d’interesse, però, ci sono da prendere in considerazione altre possibili variabili che sono:  la durata; la detrazione del 50% data dallo sconto fiscale; costo della polizza per il rischio di morte (gli eredi avranno la reversibilità per intero) e la commissione del 1,6% di un Fondo di Garanzia.

L’equipe di Palazzo Chigi che si occupa dell’operazione riporta un esempio concreto. Vediamolo. Si supponga un lavoratore di 65 anni che voglia anticipare di 2 anni il pensionamento(previsto a 67 anni). Con la certificazione l’Inps comunica che la pensione maturata (ma percepibile solo tra due anni) sarebbe di 2mila euro al mese. Il lavoratore chiede un Ape mensile di 1.600 euro (pari all’80% della pensione). Nel complesso nei 24 mesi riceverà 38.400 euro.

Quando andrà in pensione, l’Inps detrarrà la rata per rimborsare il prestito e aggiungerà la detrazione fiscale spettante e quindi la detrazione che subirà la pensione sarà di 277 euro. Quindi percepirà effettivamente 1.773 euro di pensione per 12 mesi e 2mila euro di tredicesima mensilità (la rata non viene detratta dalla tredicesima). Mediamente nei 20 anni la rata contiene 67 euro di costi (interessi premio di assicurazione e commissione del fondo di garanzia, al netto del bonus fiscale), mentre i restanti 227 euro sono la restituzione della parte di pensione percepita anticipatamente (e non è un costo del prestito).  Quindi per avere un Ape di 2 anni , i costi complessivi ed effettivi del prestito saranno 15.966 euro che rappresentano il 3,08% della pensione (spettante in 20 anni). Per avere un’Ape di 3 anni il costo sarà del 4,49% della pensione.

www.inps.it